“Non sono solo il titolo di un foglio unico, ma il simbolo di Venezia che passa e trionfa con la eterna sua gloria dogale, che non conosce tramonti. Quale sono? Ho più storielle, che solcano il «Canal Grande» fastose ed ognuna con un proprio nome, ma io sono la “Bissona” per eccellenza, nata dalla fantasia d’un poeta per la gloria della Serenissima, sono il simbolo dei veri veneziani, dei «Cavalieri di San Marco» che mi hanno evocata, perché a tutti mi rivolga e tutti inviti a cooperare”, La “Bissona”, Redentor 1949.
Il numero unico viene edito in occasione della festa del Redentore (alla quale sono dedicate poesie e sonetti in dialetto veneziano) con rassegne culturali, vignette e caricature. Nelle altre pagine, tuttavia, si affrontano questioni di cronaca e attualità cittadina (appello ai veneziani per la riapertura teatro Goldoni; rilancio del porto), soffermandosi, con toni umoristici, anche sul rapporto tra Venezia e Mestre e delle voci autonomistiche.