“La maggior parte delle regioni possiede giornali ed annuari che trattano della loro rispettiva nobiltà, da noi, invece, manca qualsiasi pubblicazione riferibile a questo argomento; quindi, a colmare tale lacuna, viene in buon punto il nostro periodico, il quale si occuperà esclusivamente di tutto ciò che ha pertinenza con la storia e la nobiltà veneta”, La direzione, Programma, I, n. 1 (agosto 1901), p. 2.
Il periodico, oltre ad informare sulla storia delle famiglie patrizie (prevalentemente veneziane) e sull’attività della Commissione Araldica regionale veneta, pubblica gli elenchi dei “riconoscimenti, rinnovazioni e concessioni di titoli nobiliari”, una Cronaca nobiliare (matrimoni, decessi), una bibliografia e delle segnalazioni di libri. Gli studi e le ricerche pubblicate sono eseguite dallo studio per commissione di alcune famiglie. La formula editoriale del periodico, tuttavia, non sembra riscuotere successo, se nell’editoriale Ai nostri cortesi lettori - I, n. 6 (gennaio-febbraio 1902), p. 82 - si ricorda che il giornale “non fu da molti compreso”, quasi tutte le famiglie patrizie del Veneto (tranne otto) lo respinsero, inoltre si è venuto a sapere che qualcuno denigra pubblicamente il periodico “forse perché non ci siamo prestati a stampare le frottole che ravvolgono (anche ad arte) l’origine di qualche nobiltà”; nello stesso numero, alle pp. 96-100, è pubblicato lo “stato presente del patriziato veneto”. La nota Ai nostri cortesi lettori, I, n. 8 (marzo-aprile 1902), p. 118, è l’immancabile rimostranza sulla mancata restituzione del primo numero e sulla scarsa sensibilità ad abbonarsi, sottolineata anche nei numeri seguenti. L’articolo di G. De Pellegrini, Sul titolo comitale ai Patrizi veneti, VIII, n. 6 (30 giugno 1909), polemizza con il giornale “L’Avvenire d’Italia” in merito ai criteri adottati per il conferimento del titolo comitale trattamento, secondo il Bollettino, iniquo.