Araldo (L’)

Vita periodico

1912-1920

Titolo

L’Araldo

Sottotitolo

Organo ufficiale della Federazione dei Terziari Veneti dei Minori di S. Antonio [da I, n. 3 (3 febbraio 1912)] Organo uff. della Federazione dei Terziari Ven. della Provincia Franc. di S. Antonio

Motto

Praeco sum Magni regis (S. Francesco d’Assisi)

Luogo di pubblicazione

Venezia [da VII, n. 4 (1 aprile 1918)] Verona

Tipografia - Casa editrice

Tipografia S. Marco [da IV, n. 4 (15 luglio 1915)] Stab. Tip. del Messaggero di S. Antonio, Padova

Sede

Direzione: S. Francesco della Vigna [da III, n. 8 (15 aprile 1914)] Amministrazione: Libreria G.B. Sorteni, calle degli Specchieri [da VII, n. 2 (febbraio 1918)] Direzione San Bernardino, Verona; amministrazione: S. Francesco della Vigna, Venezia [da VIII, n. 8 (1 agosto 1919)] Direzione e amministrazione: S. Francesco della Vigna [da VIII, n. 10 (1 ottobre 1919)] Direzione e redazione: San Bernardino, Verona

Numero pagine

Varie (4 o 8)

Formato

49,4x34,2 [da IV, n. 1 (1 gennaio 1915)] 35x24,5 [da VI, n. 3 (marzo 1917)] 25x17,5

Prezzo

a.a. £. 1 (esistono prezzi speciale per abbonamenti cumulativi) [da VI, n. 1 (gennaio 1917)] a.a. £. 1,05 [da VII, n. 10 (1 ottobre 1918)] a.a. £. 1,75 [da VIII, n. 7 (1 agosto 1919)] a.a. £. 2

Periodicità

Bimensile [da V, n. 1 (1 gennaio 1916)] Mensile

Cronache locali

Si

Organi direttivi

Gerente responsabile: Angelo Saccardi [da IV, n. 15 (1 agosto 1915)] Gerente responsabile: Enrico Tucciarone [da IV, n. 19 (1 ottobre 1915)] Direttore responsabile: Enrico Tucciarone [da VIII, n. 9 (1 settembre 1919)] Direttore responsabile: Faustino [poi Luigi] Piemonte

Firme e collaboratori

Agostino Vian, Sorella Bernardetta, Spes, F. Lodovico Tucciarone, Fabio Gualdo, P. Egidio, Laura Apollonio, Giuseppe Berengo Gardin, Bernardino Perin, Il Solitario, Pietro Fritz, Sorella Deodata, Mater, Vir Fidelis, Anna Pinelli, Filippo Conconi, Lorenzo Bernini, Homo Novus

Profilo storico editoriale

Il periodico, il cui titolo è ripreso dal nome che S. Francesco si appropriò “Io sono l’Araldo del Gran Re” (Praeco sum Magni Regis), si propone di informare sull’attività spirituale e pastorale dei terziari veneti francescani a livello locale e internazionale (soprattutto nella rubrica Propaganda e azione). Sono pubblicati testi di catechesi, il calendario mensile dei santi e delle indulgenze plenarie e parziali, brevi racconti a sfondo religioso, interessandosi anche di attualità nella rubrica Da una settimana all’altra. Spunti di cronaca varia. Nel n. 8 (20 aprile 1912) è pubblicato un appello della direzione affinché i “fratelli sacerdoti” si facciano terziari, nello stesso numero viene diffuso l’indirizzo di Azione Cattolica (attraverso le cinque Unioni generali). Alcuni articoli attaccano violentemente la “moda sfacciante e provocante, fatta oggi strumento il più valido di corruzione e scuola di immoralità”, il cinematografo “nuova fonte di mali per la famiglia e la società”, la stampa “che diffonde il materialismo più desolante, lo scetticismo più amaro; ruba la fede delle eterne speranze; toglie Dio dal cuore per porvi il piacere sensuale voluttuoso. E questo più che tutto è opera del romanzo e del moderno giornalismo”, i balli e i divertimenti. Dal n. 21 (2 novembre 1912) compare anche una rubrica di posta con i lettori. Alcuni editoriali del 1913 analizzano i motivi della scarsa partecipazione dei giovani al Terz’Ordine e la mancata iscrizione degli adulti cfr., ad esempio, Pregiudizi contro il Terz’Ordine, II, n. 9 (1 maggio 1913). L’editoriale Le elezioni generali….. politiche – II, n. 20 (15 ottobre 1913) – si interroga sulla partecipazione dei cattolici alla vita politica e alla competizione elettorale perché “se la religione rappresenta gli interesse supremi delle anime, la religione è il vincolo che stringe assieme la stragrande maggioranza degli italiani, qualunque sia il loro pensiero politico. Non per questo i cattolici devono restare estranei all’azione politica. (…) La religione è certamente superiore alla politica: ma essa deve essere difesa dai cattolici in ogni campo, anche in quello politico”. L’articolo La Festa dei Lavoratori, III, n. 9 (1 maggio 1914), auspica che la ricorrenza sia festeggiata seguendo i principi cattolici in contrasto con la “propaganda che i falsi amici del popolo hanno fatto delle loro idee e massime sovversive in mezzo la massa operaia. Naturalmente mano mano che queste massime si sono impossessate dell’animo dell’operaio hanno seminato nel suo cuore i germi dell’avversione, dell’odio per tutto ciò che è fatica, sacrificio. (…) Quindi si ebbero scioperi, boicottaggi, sabotaggi, ribellioni di ogni genere, ostracismo, lotta di classe, anarchia e di questo passo ci avviamo alla rivoluzione sociale”, sulla questione sociale si augura un ritorno ai principi, anche di natura rivendicativa, tracciati dal confratello Leone XIII nella Rerum novarum. L’articolo Moniti e ammaestramenti nei fatti luttuosi di questi giorni, III, n. 12 (15 giugno 1914), sottolinea le responsabilità non delle masse, soprattutto giovanili, ma dei sobillatori e dei corruttori cioè dei socialisti. L’editoriale Tutto il mal non vien per nuocere, III, n. 13 (1 luglio 1914), si sofferma sui risultati elettorali e sull’affermazione in numerosi centri dei “partiti dell’ordine”, affermazione giudicata positivamente, gli ultimi fatti “hanno prodotto un confortante risveglio delle coscienze, quella benefica reazione che ha spazzato via – nei centri principalissimi della nostra Italia – amministrazioni di sovversivi o d’affigliati all’immorale associazione (più camorrista della camorra napoletana) che nomasi «massoneria»”. L’articolo La stampa cattolica, pubblicato sul n. 7 (1 aprile 1915), si sofferma sulla crisi della stampa cattolica, citando l’esempio del periodico il “Leone di San Marco”, e sul mancato sostegno delle classi più agiate. Dalla primavera 1915 viene pubblicata una Rubrica muliebre dedicata alle donne. Con lo scoppio del conflitto mondiale il giornale si schiera decisamente in favore delle tesi interventiste, cfr. I Terziari e l’ora presente, IV, n. 12 (15 giugno 1915), auspicando la diffusione del periodico tra le truppe combattenti, altri articoli illustrano l’attività assistenziale della Croce Rossa e delle dame crociate. L’editoriale Combattiamo anche noi, IV, n. 20 (15 ottobre 1915), ricorda che oltre alla guerra combattuta contro l’Austria (ritenuta giusta e legittima) esiste un’altra guerra combattuta dai Terziari e dai cattolici contro la stampa perversa e pornografica. Sul n. 6 (giugno 1916) viene pubblicato l’elenco dei religiosi della provincia veneta di S. Antonio in servizio militare, mentre nel fascicolo successivo – V, n. 7 (luglio 1916) – l’articolo Il perché della guerra si sforza di spiegare sotto il profilo teologico la guerra come strumento di ravvedimento. L’editoriale Per una protesta, V, n. 11 (1 novembre 1916), polemizza nei confronti del “Popolo d’Italia” che dovrebbe chiamarsi “la feccia del popolo d’Italia”. Periodicamente viene ricordato ai lettori la difficoltà di farsi pagare dagli abbonati, sul n. 7 (luglio 1917), Ai nostri, si informa la sospensione a 350 abbonati dell’invio del giornale, sottolineando ancora la scarsa sensibilità dei cattolici nei confronti della stampa. Durante la fasi più acute del conflitto il giornale torna ad affrontare le questioni di attualità politica confutando decisamente le idee socialiste sull’uguaglianza che può essere trovata solo all’ombra della Croce, cfr. Il Terz’Ordine e l’uguaglianza sociale, VI, n. 9 (settembre 1917). Dopo le cessazioni delle ostilità il giornale riprende una linea particolarmente aggressiva nei confronti delle forze laiche e socialiste (soprattutto in riferimento alla rivoluzione bolscevica).

Supplementi

Dal 1915 come appendice del periodico viene pubblicato “Il Foglietto

Annotazioni

Dal 1915 la numerazione delle pagine è continua per annata; la inserzioni pubblicitarie riguardano solo di oggetti sacri e pubblicazioni di carattere religioso; frequenti gli attacchi contro le mene massoniche e socialiste. Alcuni articoli del 1917 presentano “tagli” dovuti ad interventi di censura. La rivista “Le Venezie francescane”, n. 1, informa che il periodico pubblicò negli anni 1927-1931 delle biografie di santi, nel n. 3 (settembre 1932) si ricorda che Padre Alfonso Berengo Morte per nove anni (dal 1922 al 1931, periodo in cui gli organi si erano trasferiti a Verona) fu il direttore dell’«Araldo», testimoniando dunque una continuazione del periodico ben oltre il 1920.

Reperibilità

Biblioteca Nazionale Marciana

Collocazione

Giorn. 27

Consistenza

I, n. 1 (1 gennaio 1912) – V, n. 11 (1 novembre 1916); VI, n. 1 (1 gennaio 1917) – IX, n. 4 (1 aprile 1920)

Conservazione

Buona (volume 1916 mediocre)

Studi e bibliografia

Annuario della stampa. Anno III 1919, Roma 1919, p. 261.

Compilatore

Soggetti

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