Vita periodico
1948-1949
Titolo
Il Grido del Popolo
Sottotitolo
Settimanale della Federazione comunista di Venezia
Luogo di pubblicazione
Venezia
Tipografia - Casa editrice
Tip. Artig. “Nuova Esperia”
Sede
Direzione, redazione e amministrazione: Federazione veneziana del Pci, S. Maurizio
Numero pagine
2
Formato
57,5x42,5
Prezzo
£. 15, a.a. £. 700, a.s. £. 360, a.t. £. 180
Periodicità
Settimanale
Cronache locali
Si
Organi direttivi
Direttore: Riccardo Ravagnan; responsabile: Bruno Alberti
Firme e collaboratori
Riccardo Ravagnan, Giuseppe Golinelli, Gian Mario Vianello, Renato Rizzo, Vittorio Flecchia, Jerta Sandri, Primo Zorzetto, Alfeo Bordin, Giuseppe Camuffo, Emilio Bonivento, Carlo Olivero, Mario Balladelli, Armido Piovesan, Mariano Marcato, Giobatta Gianquinto, Adamo Zanelli, Aldo Camponogara, Italo Cocco, Gino Schiavon, Arnoldo Polacco, Antonio Tatò, Renato Rizzo, Jedo Bertelli, Primo De Lazzari, Ottone Padoan, Umberto Terracini, Dante Badiale, Dino Tescari, Nedo Faggian, Napoleone Brait, Pietro Grifone, Maurizio Ferrara, Giancarlo Pajetta, Arturo Lazzari, Ruggiero Greco, Umberto Conte, Annamaria Verny, Umberto Sannicolò, Giuseppe Berti, Enzo Saggioro, Adele Bei, Renato Bitossi, Narciso Bianchin, Aida Olivero, Simona Mafai, Anna Gambillo, Giorgio Trentin, Giovanni Tonetti, Raffaele Di Pasquale, Gracco, Francesco Gualdi, Bruno Alberti, Giuseppe Zorzi, Giacomo Pellegrini, Berto Morucchio, Sonia Ravagnan, Galileo Borin, Enrico Berlinguer, Gianni Modenese, G. Pagnin, Mario Spagnolo, Gastone Angelin, Alberto Bardi, Giulio Rupil, Rino Scolf, Lina Sartori, Michele Trame, Domenico Marchioro, G. Sava, Mario Lizzero
Profilo storico editoriale
“L’uscita del «Grido del Popolo» colma una notevole lacuna della Federazione Comunista di Venezia. L’organo centrale del Partito non può dare un quadro generale dei nostri problemi, delle nostre esperienze, del nostro lavoro. E’ il giornale nazionale. Il settimanale invece può e deve scendere nei dettagli. Può e deve riflettere la vita e l’esperienza di lavoro della organizzazione di base, della cellula, della sezione delle commissioni di lavoro. (…) Il settimanale può e deve essere strumento d’organizzazione nelle svariate forme con cui in esso troverà espressione il lavoro del Partito dal Comitato Federale alle cellule. Il settimanale deve aiutare a realizzare nella pratica le decisioni contenute nell’ultima risoluzione del Comitato Centrale. Nessun compagno può quindi mettere in dubbio la sua efficacia E’ però importante, anzi decisivo, che il settimanale si leghi subito in maniera permanente e seria a tutto il lavoro di Partito. Ogni organizzazione, ogni militante, deve sentire come punto di onore fare qualcosa per garantire la vita del settimanale, per arricchirne il contenuto, per aumentarne la diffusione”, G. Pellegrini, [Presentazione], I, n. 1 (7 novembre 1948).
Siamo in pieno clima di “guerra fredda” e il giornale ribadisce esplicitamente i suoi legami con l’ideologia marxista e, soprattutto, con l’Unione Sovietica (nel primo numero dominano le scritte “W la Rivoluzione proletaria del ‘17!” e “W il partito bolscevico di Lenin e Stalin!”) di cui si celebra il ruolo guida pubblicando materiali sulla rivoluzione d’Ottobre (le citazioni da scritti di Stalin e Lenin continueranno anche nei numeri successivi assieme a racconti di autori sovietici). La prima pagina generalmente si occupa di politica nazionale e internazionale (in particolare nella rubrica L’angolo ideologico che riflette gli orientamenti del partito su determinate questioni), la seconda invece è dedicata alla vita interna del partito (provvedimenti disciplinari, tesseramento) a livello locale (cittadino e provinciale), alle vicende di cronaca con qualche approfondimento politico e sindacale. Un considerevole spazio è dedicato agli aspetti sindacali e rivendicativi (come la riforma fondiaria); informa anche sulla vita delle Commissioni interne di fabbrica, sulle organizzazioni di massa (in particolare l’Udi) e sulla gioventù comunista. Fin dai primi numeri si insiste particolarmente sulla pace, il disarmo e l’ingresso dell’Italia nel Patto Atlantico, una scelta, questa, apertamente contestata da G. Gianquinto, Contro la politica del Patto Atlantico il popolo si batterà sino in fondo per la pace, II, n. 11 (13 marzo 1949) e da G. Pellegrini, Più che mai contro il Patto Atlantico, II, n. 24 luglio 1949). L’antiatlantismo sarà il motivo dominante del giornale soprattutto nel corso del 1949 con reiterati appelli a sottoscrivere le petizioni popolari ed a promuovere la costituzione di comitati in difesa della pace. Un comunicato della redazione, pubblicato sul n. 2 (14 novembre 1948), informa tutti i comitati direttivi delle sezioni che il giornale si propone: 1) di far uscire tre edizioni (edizione città; edizione provincia; edizione fabbriche); 2) di avere la collaborazione di tutti gli iscritti; 3) di aumentare la diffusione attraverso l’opera capillare di “giovani e compagne”; 4) di riuscire ad attivare un adeguato finanziamento attraverso gli abbonamenti e le sottoscrizioni. Gli attacchi alla Democrazia cristiana si concentrano soprattutto sulla figura di De Gasperi e nei confronti dei “traditori” socialisti democratici. L’articolo di Riccardo Ravagnan, Dove vai “Terza Forza”?, II, n. 1 (2 gennaio 1949), è una riflessione sulla chiusura del “Mattino del Popolo” espressione della classe media che si trova in mezzo tra capitalismo e proletariato, una vicenda esemplare a dimostrazione del fallimento della “Terza Forza” con l’inevitabile avvicinamento dei ceti medio-borghesi alle forze proletarie (e quindi al Pci). All’inizio del 1949 si accende una polemica con Eugenio Gatto per la pubblicazione nel n. 2 di una foto dell’esponente democristiano in divisa della milizia (la notizia sarà smentita nel numero successivo). Il n. 4 (23 gennaio 1949) è dedicato alla celebrazione della fondazione del Pci e della morte di Lenin (con articoli di Maurizio Ferrara e Giancarlo Pajetta). L’editoriale di Riccardo Ravagnan, A testa alta, II, n. 8 (20 febbraio 1949) è incentrato sulla vicenda del film Sipario di ferro e le manifestazioni di protesta per impedirne la proiezione a Venezia (Cinema S. Marco con rinvenimento di un ordigno incendiario). Il n. 9 (27 febbraio 1949) è in gran parte dedicato alla notizia della scarcerazione del “principe nero” Junio Valerio Borghese e alle prime “persecuzioni” giudiziarie nei confronti delle forze di sinistra cfr. M. Balladelli, La Resistenza in piedi, e G.B. Gianquinto, Persecuzione a sinistra pacificazione a destra (da segnalare che è la prima volta che si parla di Resistenza), sulla questione giudiziaria si veda anche G.B. Gianquinto, Disfunzioni giudiziarie e responsabilità di governo, II, n. 10 (6 marzo 1949). Il n. 12 (19 marzo 1949) è dedicato interamente al 2° Congresso nazionale dell’Anpi tenutosi a Venezia dal 19 al 21 marzo. Il giornale commenta positivamente l’uscita di “Cronache veneziane” che si presenta come una “voce di protesta contro il totalitarismo clericale, che con il «Gazzettino» ha il monopolio della stampa quotidiana veneziana”, cfr. Saluto a Cronache veneziane, II, n. 36 (11 settembre 1949).
Supplementi
Supplemento al n. 11 (13 marzo 1949), P. Togliatti, Lotte del lavoro, pp. 4 (ripreso da “Rinascita”).
Reperibilità
Biblioteca Nazionale Marciana; Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della Società contemporanea
Collocazione
Bnm: PER.DDS. 173.6
Iveser: Acc2, b. 9, fasc. 1, e Acc, b. 2, fasc. 1
Consistenza
Bnm: I, n. 1 (7 novembre 1948) – II, n. 1 (2 gennaio 1949); II, n. 3 (16 gennaio 1949) – II, n. 16 (17 aprile 1949); II, n. 18 (1 maggio 1949) – n. 21 (22 maggio 1949); II, n. 23 (5 giugno 1949) – II, n. 30 (24 luglio 1949); II, n. 32 (7 agosto 1949) – II, n. 33 (15 agosto 1949); II, n. 35 (4 settembre 1949) – II, n. 40 (9 ottobre 1949)
Iveser: II, n. 33 (15 agosto 1949) – II, n. 38 (25 settembre 1949)
Conservazione
Buona
Studi e bibliografia
C. Chinello, Classe, movimento, organizzazione. Le lotte operaie a Marghera/Venezia: i percorsi di una crisi, Milano, Franco Angeli, 1984, p. 486.
Compilatore
Soggetti
Parole chiave