Vita periodico
1903-1906
Titolo
Il Giornale di Venezia
Luogo di pubblicazione
Venezia
Tipografia - Casa editrice
Stabilimento Tipografico Visentini Cav. Federico [da I, n. 37 (6 febbraio 1903)] Tipografia del “Giornale di Venezia”
Sede
Direzione, redazione e amministrazione: salizzada S. Samuele, calle Corner 3360
Numero pagine
4
Formato
58x43 [da I, n. 37 (6 febbraio 1903)] 61x43 [da II, n. 1 (1 gennaio 1904)] 60x45 [da III, n. 1 (1 gennaio 1905)] 59x43
Prezzo
Cent. 5 (arretrato cent. 10), a.a. £. 16 (estero £. 34), a.s. £. 8 (estero £. 17), a.t. £. 4 (estero £, 8) [da III, n. 329 (28 novembre 1905)] Cent. 5 (arretrato cent. 15), a.a. £. 20 (estero fr. 38), a.s. £. 10 (estero fr. 19), a.t. £. 4,50 (estero fr. 9).
Inoltre vengono offerti diversi abbonamenti cumulativi con giornali locali e nazionali (“Sior Tonin Bonagrazia”, “Roma Letteraria”, “La Rassegna Nazionale” di Firenze, “La Rassegna Internazionale”, ecc.).
Periodicità
Quotidiana
Cronache locali
Si
Pubblicità
Si
Organi direttivi
Gerente responsabile: A. Cattaneo [da I, n. 21 (21 gennaio 1903)] Direttore responsabile: Luciano Zuccoli [da II, n. 33 (2 febbraio 1904)] Gerente responsabile: Luigi Panarotto
Firme e collaboratori
Fabio Ranzi, deputato Valentino Rizzo, x., Pier Adolfo Tirindelli, Marco (“preclaro professore universitario”), M. Pascolato, a.s., S. Magrini, Antonio Santalena, v., Gino Damerini, Luciano Zuccoli (anche “Z.”), Ugo Pesci, Enrico Corradini (direttore del “Regno”), Clary, m.m., avv. Ugo Botti, S. Di Campiello, Notari, Giovanni Chiggiato, E.A. Butti, Fante, Myriam, A.B., Mario Morasso, Gn., Augusto Botti, Il vagabondo, s.m., As., Giulio De Frenzi, g.d., Sibyl, M.P., Spada e cappa, A. Zunini, Carlo Malagola, Jacopo Dal Forno, avv. Antonio Brunetti, F.M.V., D.A.G., Domenico Oliva (“letterato e critico illustre, redattore del Giornale d’Italia”), Un Accademico, V.A., A., y., Arnaldo Cervesato (direttore della “Nuova Parola”), Vittorio Vettori, C., G. Castellani, Bernardo Barbini, prof. Ottorino Luxardo (preside dell’Istituto Tecnico P. Sarpi), Giuseppe Nessi, Jolanda, D., Carlo Bon, Luigi Sutto, Ferruccio Macola (diversi interventi, ma sempre in forma di lettera o ripresi da altri giornali), Giambattista Prunaj (o Prunai), V. Savi, g.d., Romualdo Pantini, L.B., g.v., C.A. Bertini, v., Vis., dott. Gaetano Torri, F.B., as., Veritas (o “dott. Veritas”), Alberto Lumbroso (“storico di chiara fama, eruditissimo ricercatore di patrie memorie”), G.C., Carlo Paladini, Antonio Teso, Sfinge (“la colta ed aristocratica scrittrice romagnola”), Giuseppe Lesca, Guido Cecconi (medico-dentista), Luca Beltrami, Claviger, Carlo Monticelli [corrispondente da Torino; con ogni probabilità, solo un omonimo dell’ex segretario della Camera del Lavoro di Venezia], Francesco Carnelutti, Polifobo, Jacopo Bombardella, Calisto Coassin, avv. Raul Bernardello, Lux, Aldo Gritti, Varè, Carlo Vizzotto, Emilio Del Cerro, Raffaello Serpieri, Girolamo Cappello, Tancredi Canonico, prof. Ulisse Grifoni, dott. Giuseppe Trevisan, Bortolotti-Lanza, Enea Cavalieri, ing. Luigi Montezemolo, Honorius, Luciano Rampolla, Roberto Grego Assagioli, (fa.), Antonio Mari, L.A., Un tale, Miles, deputato Gerolamo Brandolin, (villanis) [Giacomo Villanis?], Ernesto Giovanni Petit, Giuseppe Cerutti, C. Hanan, dottor E. R., dott. Pietro G. Magrini, Giulio Zimolo, Mirza, Marchese del Grullo, S., dott. Eno Barbo, prof. G. Naccari, dott. Guido Turazza, cap. D. Gavagnin, Silvio Ghelli, Domenico Bonamico (“il più competente scrittore di cose marinaresche che si conosca in Italia”), Edoardo Schurè, Lo sportman, liz., A. Basso, Il contino, A. V., Maurizio Basso, Maria Pezzè-Pascolato, Alvise Manfroni, on. Fr. dr. Santini, sen. Pacifico Ceresa, Oberto Maria Galbusera, Guido Menasci, Duilio, Hans, Pietro Raveggi, L. Zasio, deputato Federico Di Palma, Arnaldo Fraccaroli, Mc Donald (o Mac Donald), r.o., R. Murari, Alessandro Chiappelli, Nauta, dr. Gio. Piero Magrini, Achille De Carlo, Nino Barbantini, Norberto Dell’Armi, U.M. di B., G. Raccanelli, Francesco Rocchi, A.d.C., B. Serragiotto, G. Pansa, Tullio Martello (“professore d’economia all’Università di Bologna”), Claudio Prada, Francesco Norcen, Jean Carrere, D. Fadiga, Punck, G.S., Giuseppe Gotti, Eugenio Checchi, A. Cougnet, D. Eugenio Bellemo, Dr. Stricnina, Carlo Emo, Aristide Tentori, L.F., g.d., Gagliardetto, Dott. Argus, E. Delle Roncole, B., Guy, Mirtillo, dott. Adolfo Pezzoli, M. Bellino, G. Berengo Gardin, Ape., F. Savigni, dr. Alessandro Ventura, L. Caput/Floris (capitano di fregata), Antonio De Paoli, Vico Mantegazza, M., dott. Consilius (o “Dr. Consilius”), I., avv. A. Sicher, un veterano del ‘48, Carlo Sernagiotto, Giovanni Rottigni Marsilli, Gustavo Verona, G.V. Callegari, Angelo Serafini, Carlo Trentinaglia, Alberto Berzeviczy, Marcello Vacca, G. Ghirardini, Lamberto Segre, ing. G. Colle, Davide Mariano Dalla Valle, Il professore ginnasiale, Il navarca, dott. A.G., prof. Giuseppe Pavanello, Paolo Bianchi, Eugenio Valenti, L.V. Rossi, Angelo Treves, Gio. Battista Voltolina, A. Faustini, dr. Topler, dott. G. Ghedini, avv. Nino Bazetta, Verteta (“nostro amico dimorante a Bucarest”), g.d., Vittorio Tonietti, dr. V. Coen, Arturo Lancellotti, d: Ox., Un italiano, Un italiano del Veneto, Menotti Bressan, D. Francesco Faccin, Niemand, Felice Santini (deputato), Un altro italiano del Veneto, Antonio Federici (maggiore generale della riserva), Pirro Bessi, Giuseppe Dalla Santa, Col Sciala, prof. N.J., C. Grimaldi, C. Rodomonte, Michele Tortolani, Ernesto Morelli, dott. Antonio Pavan, Astor, Stefano Ovàry, Il Conte nero, avv. N. Ghedini, Felice Mayneri, Marcello Prati, Un ingegnere, F.F., avv. Carlo Lanza, Pia Sartori-Treves, Scipio Sighele
Profilo storico editoriale
Nell’editoriale A chi segue, pubblicato sul primo numero (1 gennaio 1903), il periodico si definisce “devoto con fedeltà antica alla dinastia unificatrice della patria, che la luce di storiche glorie e virtù magnificamente irradia sul popolo italiano; di quell’assetto politico e sociale che, alla Sua ombra e sotto il Suo impulso, va gradatamente perfezionandosi con savie evoluzioni, esso sarà difensore vigile ed animoso. (…) Affatto alieno da preoccupazioni partigiane, anche se le iniziative riconosciute provvide partono da uomini che, come gli attuali reggitori dello Stato, professino principi e manifestino tendenze difformi ed opposte ai capisaldi del suo programma. (…) Caldo nella sua fede – fede in Dio, nella Patria, nel Re – fermo nei suoi principi di conservazione illuminata”. La vicenda del “Giornale di Venezia” nasce dalla temporanea scissione verificatasi a inizio Novecento tra i liberal-conservatori veneziani: da una parte i clerico-moderati raggruppati intorno al sindaco Grimani, dall’altra i liberali più “avanzati” e laici guidati da Lorenzo Tiepolo, contrari all’alleanza con i cattolici e disponibili piuttosto nei confronti dei democratici. Quando a fine 1902 i “tiepolini” – discretamente appoggiati da Luigi Luzzatti – riuscirono ad acquistare la “Gazzetta di Venezia”, storico organo della classe dirigente cittadina, gli uomini del sindaco furono costretti a fondare un nuovo foglio, “Il Giornale di Venezia” appunto. Più che di inconciliabilità ideologiche, pare comunque il caso di parlare di gruppi di potere in concorrenza ma strettamente intrecciati tra loro: se la frazione tiepolina viene generalmente considerata più vicina alle nuove forze “modernizzatrici” che si stavano affermando in città sia in campo economico (Volpi) che politico (Foscari e il nazionalismo, è vero anche che, sul fronte opposto, lo stesso fondatore del “Giornale di Venezia”, Nicolò Papadopoli Aldobrandini, è un esponente di primo piano del gruppo di Volpi (“Cellina”, “Sade”, ecc.) mentre diverse firme del “Giornale” sono legate al nascente movimento nazionalista veneziano (Corradini, Barbantini, lo stesso direttore Zuccoli) e Gino Damerini collabora contemporaneamente a entrambe le testate. Così, sulle pagine del “Giornale”, i pesanti attacchi a Tiepolo e al gruppo della “Gazzetta” durante le campagne elettorali (vignette satiriche per le politiche del novembre 1904, accuse di massoneria per le amministrative del luglio 1905) si alternano alle ripetute smentite circa un’imminente fusione tra i due quotidiani (novembre 1903, aprile 1905), fusione che infine si compie nel giugno 1906; il “Giornale” cessa allora le sue pubblicazioni e Luciano Zuccoli diventa direttore della “Gazzetta”. Nei suoi tre anni e mezzo di vita il “Giornale di Venezia” pubblica cronache dalle altre province venete e dal resto d’Italia, resoconti delle sedute parlamentari, cronache artistiche, letterarie e mondane (in questi due ultimi campi sono presenti alcune firme femminili, tutte sotto pseudonimo), indici di borsa, bollettini militari, note scientifiche, romanzi d’appendice (tra gli altri Balzac, Tolstoi, Conan Doyle, Gogol), avvalendosi di una rete nazionale di autorevoli collaboratori: parlamentari, professori, tecnici, militari ecc. Sul n. 105 (17 aprile 1903) è pubblicato un pezzo, senza titolo e senza firma, in cui si traccia il bilancio dei primi mesi di vita: “Il Giornale di Venezia rappresenta il partito moderato veneto; sostiene idee di ordine, difende le istituzioni, combatte le utopie oggi purtroppo diffuse tra le classi meno colte. Esso è un giornale conservatore, e lungi da farne un mistero, lo proclama con la più schietta lealtà”. Nel luglio 1903, alla notizia della grave malattia di Leone XIII, ci si augura l’elezione di un papa che revochi il Non Expedit in funzione anti-sovversiva; nasce un dibattito sul tema “Papa religioso o Papa politico”; l’elezione di Pio X è naturalmente accolta con entusiasmo. Nell’ottobre 1903, il “Giornale” lancia il referendum Se e perché volete il Ponte?; oltre ai collaboratori del giornale, rispondono con brevi interviste A. Fradeletto, E. Zago, G. Bertolini, V. E. Marzotto, G. Carducci, E. De Amicis. L’atteggiamento anti-giolittiano del “Giornale” è una costante, dichiarato dal direttore Zuccoli, cfr. Ai lettori, fin dal primo numero: nel novembre 1903, a proposito del ritorno di Giolitti al governo, scrive: “è la storia di un periodo di singolare lassitudine morale (…) Giolitti al Governo rappresenta sempre un grave pericolo per l’Italia”. Interessante il contributo di Tullio Martello, I tre pericoli che minacciano l’Europa: pericolo giallo, pericolo cosacco, pericolo americano, pubblicato su più numeri II, n. 268 (28 settembre 1904) – II, n. 275 (5 ottobre 1904). L’editoriale Il Giornale ai suoi lettori, pubblicato sul n. 286 (16 ottobre 1904), si presenta esplicitamente come baluardo contro i sovversivi, e indica a modello un industriale padovano che ha abbonato tutti i suo operai al “giornale d’ordine di quella città”. L’intervento Vigliacchi!, II, n. 312 (11 novembre 1904) è uno scambio di accuse tra “Giornale” e “Gazzetta” su un presunto accordo elettorale coi socialisti. L’antisocialismo occupa uno spazio crescente, soprattutto dopo il clamoroso sciopero generale del settembre 1904, e si fa sempre più aspro, sul n. 20 (20 gennaio 1905) si dichiara che “Il Giornale di Venezia è sorto per opporsi al dilagare delle idee sovversive, le quali rovinano quegli stessi che le professano”; altrove arriva a definire il “Gazzettino” “giornale socialista”. Nel febbraio 1905 il governo viene accusato di “turpe vigliaccheria” per il suo atteggiamento remissivo di fronte alle manifestazioni socialiste. L’editoriale L’Avanti ci licenzia, III, n. 97 (8 aprile 1905), è un’ennesima smentita alle voci di un imminente licenziamento di Zuccoli per la fusione tra “Giornale” e “Gazzetta”. Nel giugno 1905 il “Giornale” lancia il referendum Dobbiamo augurare la vittoria finale dei Russi o dei Giapponesi? (oltre agli abituali collaboratori rispondono Napoleone Colajanni, Giovanni Federzoni, Piero Foscari, Ferruccio Macola, Edmondo De Amicis, Arturo Labriola e diversi altri parlamentari); come per i pezzi di T. Martello citati in precedenza, dietro una questione apparentemente lontanissima come la guerra Russo-Giapponese si nasconde la definizione del ruolo internazionale dell’Italia. Nel dicembre 1905 si dà notizia del processo intentato contro il “Giornale di Venezia” da Gino Sarfatti, sentitosi diffamato dall’accusa di aver comprato “Il Giornaletto” con l’intenzione di rivenderlo ai socialisti; il “Giornale di Venezia” è difeso da Giuseppe Cerutti e Francesco Carnelutti (vicenda significativa dei rapporti tra i giornali veneziani e i relativi gruppi di potere). Sul n. 157 (9 giugno 1906) un fondo senza titolo a firma “La direzione” informa i lettori che “Il Giornale di Venezia cessa oggi le sue pubblicazioni. Il Giornale di Venezia muore; l’idea continua per la sua strada, l’opera prosegue più gagliarda, perché l’una e l’altra saranno domani rappresentate dalla Gazzetta di Venezia, e intorno al periodico secolare si ritroveranno i valentuomini che con tanti sacrifici e con si mirabile costanza sostennero il Giornale dalla fine del 1902 ad oggi”. A seguire, l’amministrazione comunica che gli abbonati al “Giornale” riceveranno, dall’indomani, la “Gazzetta”.
Supplementi
I, n. 113 (24 aprile 1903), edizione speciale: La posa della I pietra del Campanile di S. Marco; I, n. 114 (25 aprile 1903), edizione speciale: L’inaugurazione della V Esposizione internazionale d’Arte; “supplemento illustrato” gratuito al n. 1 (1 gennaio 1904) con auguri di capodanno dei collaboratori e iniziative promozionali (lotteria tra gli abbonati: il primo estratto verrà ritratto da A. Milesi; per gli altri una lancia a motore, una motocicletta ecc.); supplemento al n. 260 (21 settembre 1904), di una sola facciata, intitolato L’Anarchia in Italia, in occasione dello sciopero generale, con la lettera di protesta del sindaco Grimani a Giolitti; 2 supplementi senza data (inseriti tra il 3 e il 4 novembre 1904) con gli appelli elettorali per le politiche (Agli elettori del Primo Collegio: appello di Piero Foscari, un solo foglio 70x45 stampato dalle officine Grafiche C. Ferrari; Agli elettori del II collegio: contiene la lettera di accettazione della candidatura di Gerolamo Marcello e un discorso di F. Carnelutti, una sola facciata 50x34 stampata dalla Tipografia del Giornale di Venezia).
Annotazioni
Nei primi numeri compare sotto la testata un annuncio con la definizione “Il Giornale di Venezia, politico-quotidiano. Organo del partito moderato”.
Reperibilità
Museo Correr; Biblioteca Nazionale Marciana; Archivio Storico Comunale
Collocazione
Mc: Giorn. A 30
Bnm: Giorn. 1
Asc: Giornali
Consistenza
Mc: I, n. 1 (1 gennaio 1903) – IV, n. 157 (9 giugno 1906)
Bnm: 1903-1906 [“escluso dalla lettura”; dal catalogo cartaceo risulta “non disponibile 1903, parte II”]
Asc: I, n. 1 (1 gennaio 1903) – I, n. 361 (31 dicembre 1903)
Conservazione
Buona
Studi e bibliografia
S. Sorteni, La “Gazzetta di Venezia” di Luciano Zuccoli (1906-1912), Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Facoltà di Scienze Politiche, Relatore M. Isnenghi, a.a. 1985-1986; E. Franzina, Una “Belle Epoque” socialista: venezianità e localismo in età giolittiana, in Cent’anni a Venezia. La Camera del Lavoro 1892-1992, a cura di D. Resini, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 282-283; G. Paladini, Damerini a Venezia, in G. Damerini, D’Annunzio a Venezia, Venezia, Marsilio-Albrizzi Editore, 1992, pp. 301-303; M. Donaglio, Il difensore di Venezia. Pompeo Molmenti fra idolatria del passato e pragmatismo politico, “Venetica”, XIII (1996), n.s., n. 5, pp. 56-59; L. Pomoni, Il Dovere Nazionale. I nazionalisti veneziani alla conquista della piazza (1908-1915), Padova, Il Poligrafo, 1998, pp. 32-33.
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