Il 1800 è il secolo della stampa periodica, soprattutto nei paesi anglosassoni (Inghilterra e Stati Uniti), Francia e Germania, meno nella penisola italiana dove si registrerà un incremento dopo l’Unità. Espressione prevalente delle classi dirigenti borghesi, i giornali e i periodici per le loro innovative caratteristiche (costi minori, più pratici e leggibili, meno “impegnativi” rispetto a testi e volumi, ecc.), contribuiscono alla formazione e ampliamento di un’“opinione pubblica” più critica e indipendente. Nel corso del tempo il numero delle testate crescerà esponenzialmente diventando uno dei principali strumenti di comunicazione e informazione.
Venezia fin dal XVIII secolo poteva contare su una forte tradizione che continuò anche nel 1800, in particolare durante il periodo della rivoluzione del 1848-1849. Il 1866, con il plebiscito per l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, ovviamente, si può considerare come l’«anno zero» che stimola la pubblicazione di nuovi periodici politici e di informazione. In questo periodo si registra anche la nascita di importanti e longevi quotidiani, tra cui “Il Gazzettino” (1887), più attenti alle vicende di cronaca e attualità, e la comparsa dei primi giornali anarchici e socialisti.
Da ricordare anche la presenza di autorevoli riviste giuridiche e medico/scientifiche, a testimonianza di una ancora riconosciuta centralità veneziana per lo studio di queste discipline, e il considerevole numero di almanacchi e strenne, che cesseranno nel secolo successivo. Sul finire del secolo iniziano a comparire diverse pubblicazioni, legate ad un nuova concezione di “tempo libero”, turismo e balneazione, che annunciano significative evoluzioni anche sul piano grafico ed editoriale.