1943-1945
Dopo l’8 settembre 1943 e la costituzione della Repubblica sociale italiana Venezia diventa una delle “capitali” amministrative – ma anche centro mondano, culturale, e pure editoriale – del neofascismo repubblicano. Con il massiccio trasferimento di uffici, enti, ministeri e quello che resta di “Cinecittà”, si assiste alla nascita di nuovi periodici, riviste e numeri unici espressione anche delle Edizioni Erre e della Casa Editrice delle Edizioni Popolari, entrambe controllate dal ministero della Cultura Popolare. Anche per il caso veneziano si verifica il fenomeno, forse più contenuto rispetto ad altre realtà territoriali, della proliferazione di una “microstampa” che rispecchia fedelmente la crisi e la debolezza del potere centrale statuale e la conseguente moltiplicazione di “centri di potere”, a volta conflittuali, diffusi su tutto il territorio.
Numerosi sono i periodici e le riviste che interrompono le pubblicazioni, ma un significativo numero di testate – tra cui i due principali quotidiani cittadini, “Il Gazzettino” e “La Gazzetta di Venezia” – continuerà ad uscire fino alle giornate della Liberazione di fine aprile del 1945.
In questa sezione sono stati anche inseriti anche i pochi esemplari della stampa periodica clandestina antifascista e resistenziale.